L'argomento che tratteremo oggi è di competenza medica/anestesiologica; vorrei semplicemente illustrarvi il razionale che spinge il progetto ERAS a prediligere, quando possibile, l'analgesia/anestesia peridurale.
Un intervento chirurgico è sempre un evento stressante per l'organismo.
La risposta allo stress chirurgico avviene attraverso varie vie (neuroendocrina, immunitaria, metabolica), la più importante delle quali è la stimolazione afferente nervosa dell'ipofisi anteriore e dell'ipotalamo, che porta alla produzione e liberazione in circolo di catecolamine e glucocorticoidi (Wilmore DW, 2002).
La riduzione della risposta corporea allo stress chirurgico è uno dei principi fondamentali dei protocolli ERAS.
Già nel 2000 Roger et al. dimostrarono l’efficacia dell'anestesia/analgesia peridurale nella riduzione dello stress chirurgico con
conseguente complessiva riduzione della mortalità e delle complicanze.
Questo perché la tecnica peridurale consente di ridurre la concentrazione del farmaco per via sistemica con conseguente abbattimento degli effetti collaterali quali eccessiva sedazione post operatoria e PONV (Walker and Smith, 2009).
Inoltre il livello di posizionamento del catetere consente un controllo ottimizzato del dolore nell'area chirurgica in questione (Moiniche, Kehlet, and Dahl, 2002).
L’analgesia epidurale ha dimostrato di essere superiore
all’analgesia per via endovenosa nel controllo del dolore post-operatorio e di ridurre l'ileo paralitico post-operatorio (Jorgensen H. et al., 2000) grazie al blocco
selettivo delle fibre δ nocicettive.
Detto ciò, sull'utilizzo del catetere peridurale io personalmente nutro i seguenti dubbi:
- quanto è sicuro per il paziente il catetere peridurale?
- visto che l'inserzione del catetere peridurale è una manovra invasiva, per quali interventi ha senso utilizzarlo?
- potrebbe scoraggiare di contro la mobilizzazione essendo considerato come un ulteriore ingombro?
Lascio a voi le risposte alle mie domande...
Nessun commento:
Posta un commento