Il primo punto del progetto ERAS è il counselling preoperatorio, e a mio parere anche il punto più importante.
Sin dal 1998 l'Organizzazione Mondiale della Sanità riconosceva l'importanza dell'Educazione terapeutica perché: "permette al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia...si tratta di un processo continuo, integrato nell'assistenza sanitaria incentrato sul paziente... il suo scopo è di aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la natura della malattia e dei trattamenti, a collaborare attivamente alla realizzazione del percorso terapeutico e a prendersi cura del proprio stato di salute, per mantenere e migliorare la propria qualità di vita" (W.H.O., Working Group, 1998).
Diversi studi hanno evidenziato i benefici dell'educazione terapeutica nei pazienti affetti da patologie croniche quali: l'aumento delle conoscenze in merito agli stili di vita più sani, il miglioramento della compliance terapeutica, il miglioramento del livello del dolore, nei pazienti diabetici profili glicemici più stabili (Dawes M.G. et al, 2010; King A.B. et al, 2007; Undermann B.E. et al, 2004).
Anche nei pazienti candidati ad intervento chirurgico sono stati evidenziati dei vantaggi collegati all'educazione terapeutica, come: il favorire la partecipazione e il ruolo attivo del paziente nel perioperatorio, la percezione da parte del paziente di essere partecipe delle decisioni di cura a cui consegue una maggiore motivazione a seguire il percorso terapeutico (Angioli R. et al, 2014; Jlala H.A. et al, 2010; Yilmaz M. et al, 2012).
Di contro nel paziente candidato ad intervento chirurgico si riscontrano dei limiti dettati dall'ottimizzazione dei tempi di ricovero e quindi dalla riduzione delle degenze che porta, come conseguenza, ad avere sempre meno tempo a disposizione per l'educazione, e spesso anche a dimissioni precoci in pazienti che richiedono maggiore assistenza domiciliare.
Per ovviare ai limiti sopra descritti si è pensato di introdurre l'educazione preoperatoria.
Il Counselling preoperatorio ha la finalità di migliorare il decorso, ridurre i tempi di recupero, facilitare l'instaurarsi della relazione di aiuto.
L'incontro deve essere un momento strutturato in cui il professionista, valutate le risorse dell'assistito, pianificherà il piano di educazione terapeutica.
Per essere efficace il counselling deve essere programmato dalle due alle quattro settimane prima dell'intervento chirurgico, poiché in tempi sufficientemente lontani dall'evento il paziente è più ricettivo ed inoltre ha davanti a sé più occasioni per rafforzare l'apprendimento.
Durante l'incontro è bene utilizzare un approccio multimodale, associando al classico colloquio l'utilizzo del Patient Learning Materials (materiale informativo/didattico, raccomandato dalla letteratura, che può assumere diverse forme: carteceo, CD didattico, programma web-based, video).
Nella nostra realtà lavorativa siamo riusciti a trovare uno spazio per il counselling durante il prericovero, in questa occasione il paziente oltre ad eseguire gli esami ematici e strumentali e ad essere valutato dall'anestesista e dal chirurgo, incontra anche l'infermiere... Il tutto è nato per esigenze organizzative legate al fatto che il paziente va in sala operatoria il giorno del ricovero e così facendo i tempi operatori sono ottimizzati al meglio... noi comunque l'abbiamo sfruttato a nostro vantaggio e soprattutto del paziente... si fa quel che si può!
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